Nell’ambito del restauro conservativo ed adeguamento funzionale della ex-chiesa di S. Teonisto in Treviso, è stata disposta la ricollocazione dei dipinti ivi originariamente presenti, proprietà del Comune di Treviso e finora conservati nei Musei Civici.
La ricollocazione delle opere ha richiesto degli interventi di adeguamento delle opere stesse sia in considerazione del loro stato di conservazione sia in considerazione delle caratteristiche dell’ambiente di destinazione.
Quasi tutte le opere (20 quadri, olio su tela, di diverse dimensioni) erano state restaurate nel corso degli anni, ma il loro stato di conservazione e le esigenze di adeguamento erano diverse da opera ad opera.
Le opere di maggiori dimensioni, e cioè:
– i due “pennacchi” del Fumiani a complemento della veronesiana Nozze di Cana, con le figure La Fede – La Carità e due Vittorie;
– il Martirio dei Santi Benedettini di Pietro Vecchia;
– la Ascensione di Pietro Vecchia;
– il Trionfo di San Benedetto di Bartolomeo Scaligero;
erano conservate arrotolate.
Il frammento della Conversione di S.Paolo era stato sottoposto parecchi anni fa ad un intervento puramente conservativo e si presentava sporchissimo e molto lacunoso. Anche altre opere hanno richiesto un intervento radicale di pulitura della policromia, mentre per altre l’intervento si è limitato ad una manutenzione.
Le policromie in genere avevano sofferto alcuni danni localizzati, graffi e piccole scrostature, dovuti ad operazioni di trasporto e magazzinaggio. Numerosi vecchi ritocchi apparivano alterati di tono; la superficie era sporca per accumulo di polvere. Le vernici manifestavano degli squilibri, zone di assorbimento ed altre lucide ed un progressivo inscurimento, dovuto in genere all’incorporazione di particellato ed in qualche caso alla presenza di vernici di origine naturale che invecchiando tendono ad imbrunire od ingiallire.
Le superfici sono state, dunque, manutentate o restaurate, a seconda dei casi.
Un intervento che ha riguardato indistintamente tutti i dipinti ha riguardato i supporti.
Tutte le tele infatti furono a suo tempo foderate a tela doppia e colla di pasta e montati su telai di forma regolare e senza un preciso riferimento alle dimensioni ed alle forme originali. Le pale d’altare centinate, per esempio, furono montate su telai lignei più grandi delle nicchie lapidee originarie e che ne ignoravano il profilo di basi, capitelli e chiavi di volta. L’Assunzione della Vergine di Sante Peranda ed il Martirio di S. Caterina d’Alessandria del Caliari, furono ampliati di circa 5 cm per lato e ricostruite pittoricamente le fasce aggiunte.
I supporti delle opere maggiori, più volte smontate, rullate e rimontate in passato, avevano i margini di tessuto danneggiati dalle frequenti chiodature e schiodature ed altrettanto dicasi dei bordi dei telai, crivellati di colpi.
E’ stato quindi deciso di modificare / fornire di telaio automatico tutti i dipinti, un telaio cioè in grado di mantenere costante il tensionamento delle tele indipendentemente dalle fluttuazioni termoigrometriche ambientali.
Nelle immagini sottostanti: varie fasi di lavoro e la disposizione finale delle tele in chiesa.